"L'attesa" - tempera su tela 160 x 120
Poesia per il quadro
Se ci fosse stato ancora tempo ad allungare le lancette in un gomitolo di sonno o nei raggi d'oro di una ruota per scivolare in fretta oltre l'asfalto certo che sbuccia le ginocchia e non accoglie le preghiere che si schiantano contro il muro ruvido di palazzi in successione, di questa città finita per traverso e rovesciata a vita -in giù nello spazio grigio che separa il mattino dalla sera, se ci fosse stato ancora tempo e non questo ossessivo affastellarsi di minuti contro spigoli di ore contro catene arrugginite di giorni e giorni in gabbie di mesi da scontare, se ci fosse stato ancora tempo buono di aurore da assaggiare, che lasciate al tiepido nel punto più nascosto di tasche sempre vuote sbucano dal niente come ali di falene, se ci fosse stato ancora tempo, che il tempo non c'è stato a questo azzardo e barando come un vecchio giocatore che finge di esser cieco e solo per impietosire gli animi, ha vinto il piatto intero di minuscole monete spruzzate di colore, da tirare testa o croce al cielo, e sia croce allora, un palo che si muove come una lancetta scavando al bordo di un giardino senza fiori tutte le zolle nella semina, e dopo un giro lungo una stagione il timido affacciarsi al vento di quel verde immaginato appena, se ci fosse stato ancora tempo nel respiro sincopato di un'attesa, se ci fosse stato ancora tempo e un modo di tornare indietro per ritrovarsi infine nel presente, e se il presente fosse stato la scia luminosa di una stella che brilla intensa come un'eco da lontano anche dopo che si è spenta, e se il futuro in dono (non) si fosse barattato per un giorno un giorno solamente in un'altra vita, se l'orologio si fermasse adesso per un istante e da quello spiffero di eterno si intonasse voce nuova, se ci fosse stato ancora tempo, se ci fosse stato ancora, se ci fosse stato, se ci fosse, se.
Silvia Rosa